30/11/2020

Con la sentenza n. 7052 del 16 novembre 2020, il Consiglio di Stato si è pronunciato sul delicato tema degli effetti delle sopravvenienze – giuridiche e fattuali – sulle situazioni giuridiche dedotte in giudizio, con particolare riferimento, nel caso di specie, alle sopravvenienze che possano emergere tra il momento della conclusione della Conferenza di servizi e quello in cui deve essere rilasciata l’autorizzazione unica, di cui all’art. 12 d.lgs. n. 387/2003.

La vicenda prende le mosse da una sentenza del TAR Puglia che aveva dichiarato l’illegittimità di un diniego al rilascio di un’autorizzazione unica per la costruzione ed esercizio di un impianto fotovoltaico.

Alla sentenza non aveva fatto seguito il rilascio dell’autorizzazione da parte della Regione, in quanto – a dire di quest’ultima – ostacolato da talune sopravvenienze normative (e segnatamente, dall’entrata in vigore del DM 30 marzo 2015, recante Linee guida per la verifica di assoggettabilità a V.I.A. dei progetti di competenza delle Regioni e delle Province Autonome), implicanti la necessità di un’integrazione documentale attestante l’esclusione del progetto dalla verifica di assoggettabilità a V.I.A.

Ne seguiva la proposizione di un giudizio di ottemperanza, che in primo grado vedeva il TAR riconoscere le ragioni della società ricorrente sul presupposto che il rilascio dell’autorizzazione costituisse un “esito vincolato” dalla conclusione della Conferenza di servizi e tale da restare insensibile a qualsiasi sopravvenienza. Di conseguenza, la Regione non avrebbe dovuto richiedere alcuna integrazione documentale, non residuando spazi di valutazione in capo all’Amministrazione.

A diversa conclusione è giunto, invece, il Supremo Consesso della Giustizia Amministrativa, il quale, nel riformare in parte qua la sentenza gravata, ha innanzitutto ricordato che nell’ambito del procedimento inteso al rilascio dell’autorizzazione unica alla realizzazione di impianti da fonti rinnovabili, di cui all’art. 12 del d.lgs. n. 387/2003, la determinazione conclusiva della Conferenza di servizi ha valore di

“atto istruttorio endoprocedimentale a contenuto consultivo, ben distinto dal provvedimento di autorizzazione unica che deve essere poi rilasciato dalla Regione”.

Ne consegue che, nell’ipotesi in cui, fra il momento della conclusione della Conferenza e quello in cui deve essere rilasciata l’autorizzazione, intervengano sopravvenienze fattuali o normative, di queste l’Amministrazione deve tenere conto ai fini del decidere. Ciò sulla base del normale principio tempus regit actum, che impone di applicare la normativa vigente al momento dell’adozione del provvedimento.

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